T.R.I.A.M. di Ragnarock Lopez
Magnetica Edizioni, 2006, 5 euro

 

 



Tutto crolla intorno a Carras.

A brandelli sparsi, a schegge taglienti, eppure molli, di quella mollezza che solo può avere la carne in putrefazione.

Tutto stagna in una magmatica, incoerente, spessa liquefazione; quasi che lo stato fluido, denso, sia l'unica, sola vibrazione-onda magnetica su cui possa ormai viaggiare la materia.

E il Tutto.

Ma, oltre alla trama io, o meglio, i miei sensi, hanno assaporato, gustato, fino all'ultima particella, molecola vivente della scrittura.

Perché viva è questa scrittura, viva e "vivente". Scossa da quel flusso energetico che solo hanno i germogli delle piante, le rocce e i gas che si sprigionano da carni in decomposizione. In decomposizione per potersi disfarsi, farsi elementi vitali. Per qualcun altro.

Per noi stessi.

Ho preso un vero piacere a navigare fra queste pagine, brillanti dell'argento sempre vivo che solo ha il mercurio. E quasi, del mercurio, ne ho sentito l'odore (se mai odore ha).

Alchimie "d'acciaio, plastica e cemento", acciaio ancora e polvere. Lampi brillanti e sussurri d'opacità. Ferro, ruggine, e ancora materia.

La materia cristallina dei sentimenti, in disfacimento e rinascita.

Si può scrivere bene una bella storia. Ed è già tanto. Ma si può anche - più raramente - scrivere con parole che si fanno aghi, metalli e sguardi. Sguardi che fissano e non riescono a mettere a fuoco la realtà, perché l'hanno già bruciata, la realtà; e delle sue ceneri si beano.

E io, con loro. Ho messo in sintonia il mio sguardo con quello dell'Autore, gli ho dato la mia mano e mi sono lasciato guidare. Così ho potuto assistere a spettacoli terribili ed emozionanti. Che sento ancora dentro di me.

Posso invitarvi a fare lo stesso?

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