"Faemines", Croce, 1999
Fontana delle tartarughe (G. Buzi 1992)
Inizio del primo Capitolo:
Siete mai passati in via del Teatro Marcello a Roma?
No?!...
Davvero non conoscete quella via larga che scende con un movimento lento e sinuoso
da Piazza Venezia verso il Tevere?...
Passateci, passateci una sera.
Lasciate alle spalle le pietre bianco varechina della tomba del Milite Ignoto,
fiancheggiate la ripida scalinata di Santa Maria in Aracoeli, quella ampia e
lenta del Campidoglio, salutate i due leoni di marmo che sputano uno schizzo
d'acqua viva, se qualche goccia vi bagna non preoccupatevi, porta fortuna! Continuate
a camminare senza fretta, a Roma si cammina al ritmo delle acque stagnanti del
Tevere. Osservate le facciate delle vecchie case sulla vostra destra, in fondo
vedrete aprirsi una piazza stretta e lunga di segreti palazzi e una chiesa enorme
con ai piedi un catino di fontana. Continuate a camminare e a guardare verso
destra. Vedrete all'improvviso alzarsi i ruderi del Teatro di Marcello, massicce
arcate su cui è spuntata una muffa di fragili costruzioni. Poco più
giù, un resto di tempio imprigionato nelle mura d'una chiesa, sullo sfondo
gli alberi maestosi che accompagnano il fiume. E l'Isola Tiberina come una nave
incagliata...
Non ci avvicineremo, non è per ammirare palazzi, fontane e chiese che
siamo qui. Giratevi e guardate ora alla vostra sinistra.
Non vedete niente?!...
Solo una macchia scura, gonfia e mobile come un'immensa mongolfiera?
Benissimo, è proprio lì che voglio portarvi.
Quella macchia scura è il Monte Caprino.
Questo nome non vi dice granché?!
Non conoscete il Sacro Giardino che respira su uno dei luoghi più antichi
del mondo: le pendici scoscese del Campidoglio?
Là si alzavano templi di Dei eterni, là è ancora sospesa
la Rupe Tarpea, luogo di voli senza ritorno. Là erano in vedetta le Sacre
Oche dei Romani. In una delle sue grotte viveva fino a pochi anni fa la vera
Lupa di Roma. No, non una statua, la Lupa in carne ed ossa. Non ci credete...
Eppure c'è chi la sente ancora di notte ululare.
Saliamo?
Non abbiate paura...
Non è che terra inesplorata, regno della notte, luogo d'assenze. Intreccio
di scale e muraglioni, labirinto d'alberi ed ombre, il cui solo Mostro è
Arianna che non riesce a perdere il filo. Qualche lampione ci aiuterà
ad ingarbugliare le tenebre. Non preoccupatevi, non incontreremo che l'eco di
sospiri, apparizioni, scie luminose...
Nel Sacro Giardino abitano esseri che scivolano lungo i muri, passeggiano lenti
intorno ad alberi, a monconi di colonne, sgattaiolano su e giù per scalinate,
si siedono e restano immobili su schegge di templi, spariscono acquattati tra
le ombre, tra i muschi umidi dei cespugli. Non abbiate paura, non possono farci
del male... farfalle notturne, sono nati per svolazzare poche ore e poi sparire.
Ecco! Guardate laggiù, ce ne sono due invischiati tra gli arbusti di
quel cespuglio. Riuscite a vederli? L'indovinate tra le foglie...
Un attimo, parlano.
Facciamoci ombra nell'ombra e spiamoli...
Presentazione alla Libreria Babele di Roma